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Et quando le veterrime porte ti serano reserate, in ciascuna dinanti agli ochii tui futura sa ppraesentarà, et tamen non la cognoscerai, se non alquanto la moderatrice prudentia aenigmatice, et cum recto et sincero iudicio la vide, et più praesto la considera, perché di habito et di aspecto ambiguo se tramuta. Et per questa ancipite animadversione, l’homo saepicule dell’expectato remane sencia emendatione decepto. Quello dunque Poliphile che queste mie due consignate, et credite fanciulle suggerendo ti suaderano, et in quale porta doverai intrare, et remanere, et quale di quelle più te piacerà intendere et auscultare potrai per el mio excellentissimo et gratuito dono et praestata licentia liberamente assentire, perché queste di quella alquanta notitia tengono, et poi dicto fece nuto alle due, Logistica et Thelemia, le quale sencia praestolare se feceron humilmente serve. Et io allhora in acto, che parlare, non audeva né non sapea ad tanta sublimitate di praesentia, la regratiai del suo grande munificio. Le due comite delegate, me festivamente cum domestica promptitudine et gesti virginei prehenseron, l’una per la mano dextra, et l’altra per la sinistra, et praecipuamente dalla Regina primo, et poscia da tutte riverentemente obtenta la licentia. Fora per li medesimi Siparii et porta egressi, avido ancora io et inexplebile me rivoltai alla spectatissima porta per speculare integramente l’artificioso pallatio, admirabile di arte aedificatoria et perfinito, la subtilitate della quale opera imitare per niuno valido excogitato degli mortali poté niuno. Imperoché suspicava decentemente essa sagace natura, quivi ad admiratione tante delitie del suo imperceptibile opificio havere singularmente ficto, ad commoditate, ad uso, et ad gratia et adoria aptissimo, et ad la perennitate fermo et constante, et duraturo existente. Per la quale cosa excessivamente volentiera alquanto di morula harei affermatome, ma sectario le ductrice destinate, et mie consorte, io non potei, vero che in uno ocyssimo furare di ochio, nel phrygio, o vero Zophoro di essa porta vidi annotato tale inscriptione. HO TES PHYSEOS OLBOS. Et quanto che cum gli praestissimi sensi poti trahere, tanto praegratissimamente acceptai in esso transito extremo dilecto sumendo, quanto che a dire è incredibile. O foelice dunque chi in tale loco sempre concesso gli fusse essere patritio, o vero inquilino. Essendo nella conclusa Area del Naranceo septo pervenuti, Thelemia cum singulare affabilitate mi dice. Oltra le praeexcellentissime et miravegliose cose, che tu hai Poliphile mirate, ancora quatro admirande ti resta di vedere, et al sinistro lato del incomparabile pallatio in uno spectatissimo viridario me condusseron di maximo excogitato de impendio, di h ii