Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
le considerava tanto più inscio stava et stupefacto, ma per certo sopra omni, cosa cum intensa admiratione prehendeva extremo oblectamento, videndo tante, et sì magne, et triumphante, et effusissime sumptuositate de incredibile impensa et lautitia, che meglio arbitro essere il tacere, che exiguamente dire, si non che di minimo pretio ceda quivi le Sicule dape, gli ornamenti Attalici, et gli vasi Corinthii, et le delitie Cyprie, et le saliare cene. Niente dimeno tanta suprema et excessiva alacritate et cordiale delectatione, et summa (in tante delitie) et extrema voluptate per una di queste tre, che a questa mutatione per sorte dinanti a me ministravano, mi era interrotta, intercepta, et contaminata, la quale havea quasi in tutto il venusto sembiante et repraesentativo aspecto dolcissimo di Polia, et in gesti excitanti, subduli et furacissimi risguardi. Questo ad me accedeva non pusillo incremento di suavitate, ad la summa et praecipua dulcitudine, degli saturativi et opimi condimenti, et largissima refectione. Ma pur acconciamente et sedulo gli ochii mei excitati, et illecti ritraheva, di mirare tante pretiosissime gemme, per tutto universalmente cum fulguritio illustramine praelucentissime, tanta diversitate de invise bellecie, Conspicui decoramenti, et quasi in chostei e’ gli havea mancipati, cum immoderata cupidine di spectare la correspondentia di quella summa pulchritudine. Finalmente per l’ordine praefato, le mense desordinate, me feceron nuto, che di loco me movere non dovesse, per le sequente pemmate, et richissimi et dulcissimi bellarii. Et quivi primo alla venerabile et diva praesentia della Regina, et subsequente poscia ad nui, Cinque formose famulante vestite di investitura di seta Cyanea et di aurea trama bellissime contexta, a ciascuno cum singulare praestantia inseme ad uno tempo sa ppraesentorono. La media all’altre teniva uno insolente arbusculo di cinabarissimo coralio, quale non sa trovarebbe alle Orchade insule di uno cubito alto. Sopra uno monticulo tutto di smaragdo superstitiosamente infixo. Il quale monticello iaceva sopra lo orificio di uno antiquario vaso di purgatissimo oro, quasi ad la similitudine di uno calice, alto altretanto, quanto il monticulo et il ramicoso coralio, pieno di miraveglioso artificio de frondato, non di nostra aetate expresso. Tra il gracilamento dil pede et dil calatho, nodava cum maxima politura uno pomulo di inextimabile factura, similmente la basi et la cupa erano di egregia anaglyphia di foglie, monstriculi et biforme scyllule tanto exquisitamente expressi, quanto mai Toreuma si potesse efferare, cum proportionata circulatione. Et il mordicante claustro dil monticulo glandulato era di incomparabili gioielli, et cusì per tutta la basi, ove g iiii