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ma suggere et dimi, come quivi sei sospite intrato? Et come il funesto et horribile dracone hai tu evaso? Et come trovasti di quelle odiose tenebre et caeche caverne exito? Io distinctamente il tutto, et finito ho inteso. Ma non mediocremente i’ me miraveglio, imperoché rari, anci rarissimi per tale via quivi valeno adventare. Hora poscia che ad nui la capillosa fortuna tua te hae quivi incolume destinato, consentaneo iudico che non per qualunque obstante ti debbo denegare però la mia benigna gratia, et gratuita munificamente hospitarte, et benivolentissima. Ad questo tanto liberalissimo invitatorio et regie sponsione et recepto, meglio che alhora io sapea, cum divoto et honorifico parlare gratie ingente agendoli, breve et succinctamente io di puncto in puncto li narrai la fuga del formidabile monstro. Et consequentemente cum quanta laboriosa difficultate properando al acceptissimo loco perveni. Per questo assai se miravigliò, et inseme simigliantemente le venerabile donne. Et come ancora le cinque comite me perterrito et errabondo trovorono. Dunque ad tanta praeclara magnificentia vehemente applicava l’animo cum summa voluptate. Dapò essa lepidamente surridendo dixe. Dignifica cosa si praesta, che il male principio alcuna fiata sortisca il foelice successo et exito. Et ananti che al praesente altro ad exequire ti commetta del tuo amoroso et fermo concepto et caldo disio, voglio che ad proficuo sublevamento degli tui modesti affanni, cum questo insigne consortio ad un offertissima Philotesia di convito debbi et tu discumbere, poscia che gli suffraganti coeli merito te hano dimonstrato del nostro munifico et pio hospitio, et sotto il nostro triumphante domicilio conducto. Et perciò Poliphile mi, sencia alcuno rispecto puonti ivi commodamente ad sedere. Imperoché gratissimamente vederai parte della nostra lautissima dispositione, et la diversitate copiosa delle mie, più che regie delitie, et il praecipuo decoramento del elegante famulato, et il splendore domestico, et delle mie amplissime opulentie la inextimabile pretiositate, et il largo effecto della mia beneficentia. Diqué ad questo sincero et sancto Imperio, finito il suo facondo et benigno parlare, humilmente fecime servo cernuo, et cum pusilla audacia et exiguo auso di subito parendo. Sopra quelle delitiose banche ad lato dextro, posime ad sedere, cum la mia lanacea toga, ancora le prensure, o ver lapule infixe retinente, et dil Aperine alcune adhaerente follicule, in medio delle cinque comite, secondo tra Osfresia et Achoé, doppo la Regina collocato. Sei altre contubernale dal altro lato. Distanti l’uno dal altro, tanto che quella longitudine tenivano ordinatamente occupata. Et nel sublime throno mediano, discesa sopra l’inferiore grado basilicamente resideva lei, et cum augusta dignitate.