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INNO A ROMA


aperti stare, stare ed aspettare
i sacerdoti immemori. Giaceva,
abbandonata per i sette monti,
Roma. E le acquate assidue la battono
e le raffiche rapide del vento,
e la fiammante folgore del cielo
     ormai fa divampare il rogo.



IL NOME CELESTE


     Aprile
era vicino, era, con lui, vicino
il dì natale della città morta.
E di narcissi dalla chioma d’oro,
di crochi dagli stami d’oro rise
la solitudine, e dalle rovine
dei templi il rosso smìlace comparve;

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