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Suono non v’era se non d’improvviso
crollo di muro o il tonfo di finestre,
cui si provava di serrare il vento.
Talvolta andando e riandando i corvi,
gracchianti, a stormo, quel letargo strano
scotean, nell’ira, d’uomini e di cose.
E molti discendean dall’Aventino
foschi avvoltoi, che ripetean l’augurio
natale, in alto, sulla città morta.
E poi notturna i cuccioli la volpe
guidava, e le basiliche del Foro
cauta girava e le colonne antiche.
E dopo i lunghi secoli le lupe
del tempo primo vennero, cercando
gli antri per l’alte sedi imperïali.
Parean, destati dal lor sonno i templi,

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