Pagina:Hymnus in Romam.djvu/87

INNO A ROMA


e poi, volgendo i secoli, battaglia
mosse, egli re dei riti, al re dell’armi.
E tempo venne che dall’alto soglio,
con la corona sulla fronte eretta,
con nella mano la stellante spada
(stettero i messi attoniti nell’aula,
e reprimeano i secoli la corsa
infrenabile, come visto un cenno
rapido di far sosta e di dar volta),
“Che domandate?„ addimandò. “Ciò ch’egli,
il vostro re, domanda, è mio. Son io
il Cesare, son io l’Imperatore!
Andate!„ E il re sacrìfico si prese
i fasci albani; e l’ara vide al lume
dei sacri ceri scintillar le scuri.

— 77 —