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INNO A ROMA


Eppur mostrava placido alle genti
placate il volto, e calmo i cavalloni,
ancora irati dopo la tempesta,
con quella mano che impugnò la spada,
calmava, e dal belligero cavallo
dicea le leggi e arti della pace.
    Salve, o possente Roma! Tu le terre
hai dissodate col tuo duro coltro;
la macchia hai franta perchè desse il grano
placido. Il grande imperio era il tuo fato.
Quando a te fu dagli ampi omeri tolta
la porpora, ecco il re de’ sacrifizi
uscì da templi novi e da miti are.
E poi levò di terra la corona
e ne cinse la lunga chioma bionda
d’un re che avea la fràmea per lancia;

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