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INNO A ROMA


con l’incessante murmure; ma il vento
di primavera dal lontano lido,
sempre più forte, le narici aperte
a lor bagnando de’ suoi salsi spruzzi,
“Oh! voi che fate una città pastori, „
diceva “eccovi l’atrio, ecco le porte
color di cielo, e il limitar che tuona
sparso di schiuma dalle larghe ondate.
O cittadini, ecco la via già fatta,
labile, piana, e ne son pietre i flutti.
Dall’urbe uscite: avanti voi c’è l’orbe!„
Allor li prese un vago amor dell’onde
che sempre vanno a modo de’ pastori;
di sempre andare e pascolare il mondo.

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