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riamente — G — sinistre che dovevano deturpare la gloria del divino artista. Si spacciava che in i altri anni della sua vita, Salvatore si

fosse fatto compagno ad una banda di masnadieri; e che fosse appunto da quella malvagia compagnia che avesse tratti gli originali di certi brutti ceffi, fieri per non dire feroci, ladramente vestiti, che pose più. tardi ne’ suoi quadri. Si diceva che i spaventosi deserti, le selve selvaggie del poeta, in cui s’ era tenuto nascosto, erano espresse al vivo ne’suoi paesaggi.

Ma quel ch’ era peggio si asseriva che si fosse travagliato nella terribile e sanguinosa cospirazione, condotta a Napoli dal famoso Masaniello, di cui si dicevano i più minuti particolari.

Aniello Falcone pittore di battaglie, (almeno cosi si raccontava la cosa), arse di furore e di vendetta perchè alcuni soldati spagnuoli gli ammazzarono in una rissa alcuni suoi parenti. Raccolse ima banda di giovani audaci quasi tutti artisti, ed armatili di tutto punto li chiamò la compagnia della morte. I fatti, per vero dire, corrisposero al nome; perchè quegli scapestrati correvano a torme le strade di Napoli ammazzando di coltello \ — 7 —