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— vedere i suoi quadri, Antonio lo condusse al proprio studio.

' .Certo Salvatore non si. aspettava di vedere dei poveri lavori da collii che aveva parlato con tanto senno dell’ arte a cui pareva che inclinasse per un istinto di natura; ma non fu poco maravigliato quando vide le sue belle pitture. Trovò per tutto degli arditi pensieri, un corretto disegno ed i colori più gaj. E soprammodo gli piacque una certa ricca sprezzatura negli abiti, la finitezza delle estreme parti, la grazia vezzosa delle teste, benché a differenza del suo gran maestro Guido Reni, non apparisse un cerio studio di sacrificare l’ espressione alla bellezza. Si vedeva che Antonio mirava alla vigoria di Annibaie, senza che vi potesse per anco aggiungere.

Salvatore contemplò lungo spazio insilenzio ogni quadro d*Antonio; poi gli disse: — Sentite Antonio, voi siete nato per F arte; perchè la natura non contenta di avervi donato quell’ ingegno che informa i sublimi pensieri, vi ha data T altra dote non meno rara, di vincere in poco tempo la difficoltà della pratica.

Farei una bugia se vi dicessi che avete —