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eato fortuna. Antonio gli chiese d’ un’ aria astratta qual fortuna mai gii avessero procurato.

— Non è una piccola fortuna la mia ì soggiunse Pietro. Non sono niente menò che gondolier del Doge, che ho l'onore di condurre bgni sera colla dogaressa alla Giudecca ove hanno un bel casino.

—• Camerata, sciamò Antonio, vuoi tu buscarti altrì dieci zecchini? dammi H tuo tfemo. « in’ »;. «•* - Pietro tentò invano di resistere, fu co* stretto a cedere alle istanze di Tonino e di prenderlo per ajuto.' Antonio: s'allontanò,; e tbrnò tosto colla casacca di bar* Carolo: nello stesso momento > venne il Doge*'.: f:* {" , ' tri-' < •— Chi! è costui?' diss’ «gli i irritato à ÊiettojedwpôWèviasi * a 'cacciarlo, ma il gondoliere persuase Faliero non poter remare! senta ajuto, 'ed 'Antonio alfìn prese posto su’ uh batico della ’gondola ducale. Il vecchio/ assiso presso la beltà; éposn, le stringeva amowtàaïntfntè le toattf che baciava con ardore*v passava if suo braccio intorno Jaf di lèi 'Svèlta persona; Giunti al largo> dónde la piazza di-San Marco e la magnifica Venèzia' ' co*'s