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interrompermi, disse Antonio; ascoltami pazientemente. Io vivea felice presso Bertuccio, vestiva riccamente, la tavola era sempre per me approntata, e quando avea recitate divotamente le mie tre preci, io poteva gajamente folleggiare pel bosco e per la prateria. Vicino alla 4 ; i r casa sorgeva un boschetto di pini fresco ■1 *“; i . <r e malinconico, ingombro di profumi e . r • : f i', 7 o: * ?1 di melodia. Una sera, lasso dal lungo •••■'!,1 .. uq iT: y ■):• t< _ O correre e saltare, m’ assisi verso il trafjv("r f •!'ri •* ~ monto al rezzo d’ un grand’ albero, e mi il 2 oc D 3 posi a contemplal e P azzurro del firma* 1 rLiTi > 1 •. • ■ mento. Forse pei vapori dell’ erbe aroni» , matiche sulle quali era sdraiato 5 chiusi all' insaputa le palpebre, e caddi in un , i r\ ' ( ) * t; ’ 7 sopore simile al sonno, dal quale venne r >• .••• i . ' r ' : li,. T a un tratto a togliermi un leggier morO i • oo niorio. M’ al/.ai; un angelo, una fanciulla celeste, era poco lungi, mi riguardava sorridendo, e mi diceva d’ una voce soave:

« E che! tu dormi placidamente, mentre . . . i p • la morte ti sta vicino. » Infatti accanto • * :* ., r:;; f '0;T..

a me era stesa una vipera colla testa « « l 11 i fracassata: la fanciulla avea con un ramo ucciso il rettile, nell'istante in cui disponevasi a dispiegar le sue anella e a slanciarsi su me. lo sapea che altre volte — 16& — / 4 ' * * , '