Pagina:Hoffmann - Racconti IV, Milano, 1835.djvu/152

j52 — queste macchie di sangue, qui sul suolo?

£>ì, sangue, sangue! Da questo sangue germoglieranno di vaghe rose vermiglie per intesserli una corona! per te e per la tua amata! O mio Dio, qual nube di luce sJa* vanza ver’ te sorridendo: Tonino, le sue braccia candide come neve s’ aprono per accoglierti. Antonio 1 giovane fortunato 1 coraggio, su su coraggio, e tu potrai raccogliere de’ mirti al crespuscolo, dei mirti per la giovinetta vedova che sarà tua fidanzata. Ma essi non fioriscono che a mezza notte: senti tu il mormorio dei zeffiri della sera, il gemere del mare che t’ agita? Afferra il tuo remo, ardilo gondoliero, afferra il tuo remo.

Antonio si senti rabbrividire nell’ ununu<; # dire così strane cose. Erauo giunti presso la colonna che porta il leone di S. Marco.

Antonio s’ arrestò, e disse alla vecchia d’ un tono ruvido: Fermati, strega, e tiem- .

n:i discorsi meno oscuri. Tu m’ hai pre, T .] 11> >i * j i, i. , ‘ i t * * * i * } detto la fortuna che mi dovea capitare nel.

salvar il Doge, è vero; ma ora, ora che mi di’tu di giovani vedove, e di mirti, e di j rose, e di fidanzate? Vuoi tu ingannarmi, o spingermi a qualche follia. Tu avrai il r zendado nnovo, il pane, li zecchini quanto vorrai, ma lasciami andare in pace.