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— 121 — Il fondo della sala si chiuse, e il teatro, Marianna Capuzzi, lo spettro di Pietro, tutto disparve.
Il signor Pasquale era cosi tramortito che si durò fatica a rivocarlo in vita. In . fine si riscosse e mandò un profondo sospiro. Poi distesele mani, come per allontanare qualcheduno ed esclamò. —Lasciami , Pietro! Lasciami i e così dicendo ' i piangeva dirottamente e gorgogliava il nome di Marianna. <■ — Confortatevi, signor Pasquale, disse Cavalcanti, vostra nipote non è morta che sul teatro. Ella vive ed è qui per implorare il vostro perdono, e scongiurarvi di perdonarle un peccato d’ amore.
In questo punto Marianna ed Antonio abbracciarono le ginocchia del vecchio • che era coricato in una poltrona.
Marianna tutta piangente lo supplicava di volerle rimettere ogni colpa, ed Antonio congiungeva le sue preghiere a quelle di sua moglie. Gli occhi di Pasquale sfavillarono di rabbia. .
— Ah! maladetto truffatore; e tu vipera che io nudrii nel mio seno, fuggi lungi da me I Vuoi avvelenar di bel nuovo la mia vita!