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46 — si tentano dolcemente tutti i tasti dell’ intelletto, fino che non s’ è trovato il

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tuono che conviene.

Io feci cosi, e m’ accorsi ben tosto v n 7 '■ '• ‘ 1 che io avevo presso di me una tenera e graziosa creatura, coll’ anima inferma per soverchia esaltazione. Nè vi so dire il festevole brio che prese la nostra conversazione, specialmente quando io gittava per animarla ora un’ audace, 'ora una bizzarra parola.. Ella sorrideva un cotal poco, ma così dolorosamente che mi dava a vedere di risentirsi della ruggine delle mie maniere.

— Voi non siete allegra, signora, è forse per la visita di questa mattina, gli disse un officiale che era seduto un po’ piìi discosto; se non che in questo punto il suo vicino lo prese per un braccio e gli susurò non so che cosa all’ orecchio, mentre all’ altro capo della tavola una donna, colle guance infocate, parlava della bella opera che avea sentito cantare a Parigi, facendone comparazione con quella di Berlino.

Grondarono le lagrime dagli occhi della mia vicina: la quale volgendosi verso di me, mi disse; •» ... ;.r— 47 — . ...