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spec— .36 —• chi magici, a tutte le pazzie insomma del tempo antico.

— È un singolare capriccio, riprese il medico, 1’ ostinarsi a negare quello che è fisicamente palese; e quantunque• io non sia dell’ avviso che brilli per noi un lume solo nel regno incognito, patria delle anime nostre, stimo tuttavia che la natura ci abbia almeno privilegiati del talento, e dell’ istinto delle talpe. Noi cerchiamo , ciechi che siamo, ad aprirci un guado sotto il bujo di coteste vòlte; ma come il cieco che allo stormire degli alberi ed al mormorio del ruscello, riconosce la vicina foresta che lo rinfresca coll’ ombra sua, e Iq. fontana che spegne la sua sete, cosi noi indoviniamo al battere dell’ ali, al soffio di un augello incognito ed invisibile che passeggia sulle nostre teste, che questa peregrinazione ne mena alla fontana di luce dove si apriranno gli occhi nostri 1 Io non potetti più tenermi dal parlare.

Onde volto al medico; — Voi riconoscete adunque l’ influenza d’ un principio intellettuale, fuori di noi, a cui noi siamo tratti ad ubbidire per forza.