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elle torte IO candite. Anzi mi si girava pel capo un certo fantasma dr idée-che mi faceva togliere tutte queste cose per delle parole dolci che suonavano a un dipresso "* / cosi: ' * ’ i . . • ' — Caro amico non abbiate paura, noi siamo creature tutte di- zucchero e di mele; ma un colpo di tuono ne darà un poco di gagliardia. E poi dicea a 'mìe stesso: “ • - Non sei tu fuor di senno -di voler sempre mescolare le meraviglie alle cose più ordinane? E i tuoi amici non hanuo ragione di; averti • per un incurabile vir sionario Î ' '•* ’ v .

La casa stava sempre la stessa, onde i miei occhi vi si avvezzarono di'1'tanto»

che insensibilmente si- dileguarono le pazze immagini che mi pareva uscissero da quei muri. Ma un accidente svegliò tutte le fantasie che già cominciavano ad assopirsi; . • . ,, , :• »

Ben potete credere ch’ io avea sempre gli occhi affisati alla • casa ogni volta che andava a diporto per quel passeggio. Oude m’ avvenne che un giorno cli'e andava a zonzo pel viale verso il mezzodì, mi volsi tutto ad una fine