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disfatto del mio poco talento?” — “Caro signor Anselmo, disse l’archivista Lindhorst, voi avete eccellenti disposizioni per iscrivere bene; ma adesso, io lo vedo, bisogna ch’io conti più sul vostro zelo e sulla vostra buona volontà che sulla vostra destrezza; questo può essere d’altronde una conseguenza delle cattive droghe delle quali vi siete servito.”

Lo studente parlò molto della sua abilità riconosciuta, d’inchiostro della China e di penne di corvo della miglior qualità; allora l’archivista gli presentò il proprio foglio di scrittura inglese, e gli disse! “Giudicate voi stesso!”

Anselmo restò come colpito dal fulmine; tanto la sua scrittura gli parve miserabile in quel momento; nessuna rotondità nei tratti tutte le grossezze, troppo alte o troppo basse, nessun rapporto tra le lettere piccole e le majuscole, infine delle zampe di mosca, degli scarabocchi da scolare sfiguravano linee intere che in principio gli avevano sembrato esser bene, riuscite. “E di più, continuò l’archivista Lindhorst, il vostro inchiostro della China non si attacca