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e subito, le scimmie si arrampicarono gemendo sul cielo del letto, i porci d’India corsero sotto la stufa, ed il corvo volò sullo specchio; il gatto solo, come se le ingiurie della vecchia non lo riguardassero, restò tranquillamente sdrajato sui cuscini dell’alta sedia della quale si era impadronito entrando.
Quando il silenzio si ristabilì, Veronica riprese coraggio; essa aveva meno paura qui, che nel cupo corridojo, e la vecchia stessa le sembrava meno schifosa. Allora soltanto essa si guardò intorno nella camera.
Dal soffitto pendevano ogni sorta di brutti animali impagliati; degli stracci, e utensili bizzarri giacevano sotto sopra sul pavimento, e nel cammino ardeva un piccolo fuoco turchino, che non gettava che raramente qualche scintilla giallastra, ma allora si udiva un; sordo mormorio che veniva dall’alto, e schifosi pipistrelli, colla faccia umana che ridendo faceano versacci, volavano pesantemente da un luogo all’altro, e qualche volta lingue di fuoco si alzavano dietro la muraglia incrostata di sego, e si udivano delle grida acute e lamentevoli. Veronica era muta