al ponte dell’Elba, dalle sue amiche che dimoravano nella Città nuova, ch’essa oltrepassò rapidamente la porta d’Elba e si trovò presto in una strada stretta e remota, in fondo alla quale essa vide la piccola casa rossa abitata dalla vecchia Rauer. Essa non potè difendersi da un sentimento d’ansietà, dirò anche di terror secreto, quando fu davanti alla porta. Infine superando la sua ripugnanza ella tirò il campanello, la porta si apri, ed essa cercò a tastoni attraverso l’oscuro corridojo la scala che conduceva di sopra, guidandosi per quanto la memoria glielo permetteva secondo le istruzioni d’Angelica. “Non è questa la casa della vecchia Rauer?” gridò essa nel deserto corridojo, quando vide che nessuno si presentava. Ma per risposta, ella intese un lungo e acuto miagolìo e un gran gatto nero col dorso rotondo e colla coda ondeggiante camminò gravemente davanti a lei sino alla porta della camera che si aperse a un secondo miagolìo.” Ah! mia figlia, sei già qui? vieni, vieni! entra pure!” Così parlava una figura,che avanzavasi presso la porta; Veronica restò petrificata: era