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damente intorno, e presto sentirono una inquietudine ed uno spavento non comune. In quel momento Fanny portava la caffettiera fumante, e tutte tre richiamando i loro spiriti non poterono trattenersi dal ridere della loro sciocchezza. Angelica (così si chiamava la maggiore delle fanciulle Oster) era fidanzata ad un ufficiale, allora al campo, da cui per sì lungo tempo non erasi ricevuta nessuna nuova che si poteva dubitare ch’egli fosse morto o pericolosamente ferito.
Questo pensiero aveva immerso Angelica nella più profonda tristezza; ma oggi, essa era d’un’allegria pazza, e Veronica non potè trattenersi dal manifestarne il suo stupore. “Cara amica, rispose Angelica, non credere che io abbia cessato d’amare il mio Vittore, e di pensare a lui tutto il giorno. Ma ecco precisamente il soggetto della mia allegria. — Oh! Dio! — Io son molto felice! poichè il mio Vittore sta bene, e fra poco tempo io lo rivedrò capitano e decorato dell’insegna d’onore ch’egli ha meritata colla sua somma bravura. Una ferita profonda, ma poco pericolosa fattagli al braccio