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gran cose, voglio dire un segretario intimo, o forse anche un consigliere aulico. — Un consigli... balbettò il rettore al colmo della sorpresa; egli non potè finir la parola. — Silenzio! silenzio! seguitò il registratore Heerbrand, io so quello che so! Egli è seduto da due giorni presso l’archivista Lindhorst a copiargli dei manoscritti, e l’archivista mi disse ieri sera al caffè; voi mi avete mandato ìm bravo giovane, o signore, sene farà qualche cosa!” — e adesso pensate alle relazioni dell’archivista! — Silenzio! silenzio! vi dico. — Tra un anno voi me ne parlerete! A queste parole il registratore uscì conservando sempre sulla sua bocca un sorriso misterioso, e lasciò il vice-rettore muto di maraviglia e di curiosità, seduto e come inchiodato sulla sua poltrona da qualche potenza magica.

Ma questo trattenimento aveva prodotto tutt’altro effetto sopra Veronica. “Non sapeva io da molto tempo, pensò ella, che il signor Anselmo era un giovane molto spiritoso e molto amabile, destinato a diventare un giorno qualche cosa d’importante! quanto sarei curiosa