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ma; desiderio molto al di sopra di lutti i piaceri della terra, e che lo spirito simile ad un fanciullo timido ed allevato nel timore, non osava esprimere; inseguito dappertutto da quel non so che, come da un sogno composto di figure diafane e vaporose che si sciolgono davanti ad uno sguardo attento, tu non trovavi più simpatia per tutto che ti avvicinava. Coll’occhio cupo, tu passavi nella vita come un’ombra o come un amante disperato; e tutto il movimento, tutta l’agitazione della folla, non isvegliavano in te né piacere né dolore, come se tu non appartenessi più a questo mondo. Se mai lettore benevolo quest’umore fu il tuo, tu comprenderai per tua propria esperienza lo stato in cui si trovava Anselmo.
In generale, io vorrei, benevolo lettore, essere già riuscito a metterti fedelmente sotto agli occhi questo studente Anselmo; poiché nelle notti ch’io passo a trascrivere per te questa sorprendentissima istoria, mi restano ancora da raccontarti tante cose strane, che simili ad una visione meravigliosa fanno impallidire la vita meschina del comune degli uomini,