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proprio cosa degna del cervello guasto d’un pazzo!”

Lo studente Anselmo fu molto addolorato per la durezza dei discorsi del suo amico; quando la figlia maggiore di Paulmann, Veronica, bella e fiorente ragazza di sedici anni, prese la parola e disse: “Ma, mio caro papà, bisogna bene che sia accaduto qualche cosa di strano al signor Anselmo, ed egli senza dubbio ha creduto vegliare quantunque in effetto egli abbia dormito sotto il sambuco; è allora che gli saranno comparse le cose ch’egli crede ancora di vedere.” — “E d’altronde, amabile damigella, onoratissimo vicerettore, disse il registratore Heerbrand, non si può forse, vegliando, cadere in in una specie di sogno? È così che l’altro giorno dopo pranzo prendendo il caffè, in uno di quei momenti d’effervescenza che risultano, a vero dire, da una digestione corporale e intellettuale, io mi ricordai come per ispirazione, il luogo ove era deposto un atto di cancelleria perduto da lungo tempo; ed anche jeri, io ho veduto coi miei occhi, coi miei occhi aperti, un enorme diploma latino scritto in belle lettere a