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è la conoscenza della santa armonia dì tutti gli esseri, ed in questa conoscenza io vivrò sempre al colmo della felicità. — Sì, uomo fortunato ch’io sono, ho conosciuto i più bei misteri. — Bisogna o Serpentina ch’io ti ami eternamene te. — E mai non impallidiranno i raggi dorati del giglio, poichè la conoscenza è eterna come la fede e l’amore.”

La visione, durante la quale io vidi Anselmo nel suo bel dominio nell’Atlantide, è senza dubbio una galanteria fattami dal salamandro, e quello che vi ha di più bello si è che quando tutta questa apparizione scomparve nella nebbia, io ne trovai, sulla tavola violetta, l’istoria intera scritta benissimo, e senza verun dubbio di mia mano. — Ma allora io mi sentii subitamente lacerato e trasportato, dal dolore. “Oh fortunato Anselmo, tu hai gettato lungi da te il fardello della vita comune, ti sei elevalo col tuo amore per Serpentina ed abiti adesso, ricolmo di voluttà, un bel dominio signorile, nell’Atlantide! — Ma io disgraziato! — ben presto, — sì, in pochi minuti, sarò tolto da questo bel salone che però non somiglia nemmeno