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consigliere Heerbrand, voleva dire,” balbettò il Vicerettore. — “Ma voi, onoratissimo Vicerettore,” riprese il nostro amico Heerbrand, adesso consigliere, “voi solo potete colmare la mia felicità: da molto tempo io amava in silenzio madamigella Veronica, e posso vantarmi d’aver ottenuto da essa molti sguardi d’amicizia che mi hanno provato chiaramente che ella non mi è affatto sfavorevole. In una parola, rispettabile Vicerettore, io, il consiglier aulico Heerbrand, vi prego di concedermi la mano della vostra amabile figlia Veronica, che mi propongo di sposare al più presto, se voi lo permettete.”

Il vicerettore Paulmann, al colmo dello stupore, alzò le sue braccia sopra alla testa e gridò. “Ah! — ah! — ah! — signor registr.... signor consigliere, io voleva dire, chi lo avrebbe mai pensato! — Ebbene! se Veronica vi ama davvero, per parte mia non vi faccio nessuna difficoltà; forse anche la sua attuale melanconìa non proviene che dal secreto amore ch’ella nutre per voi; ora si conoscono, grazie a Dio, tutte le sue mascherate.”