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ti giganteschi che cozzavano con suono metallico spaventoso, e che inviluppavano il povero Anselmo coi loro corpi scagliosi. “Insensato! ricevi il premio della. tua colpevole insolenza!”

Così gridava la voce terribile — del salamandro coronato, che comparve nelle fiamme sopra ai serpenti come un astro raggiante; i draghi, colle loro gole spalancate, vomitarono sopra Anselmo catteratte di fuoco, e quei torrenti di fiamme sembravano condensarsi intorno al suo corpo, e cambiarsi in una massa compatta, fredda come il ghiaccio. Ma mentre le sue membra s’intirizzivano e si raggrinzavano, Anselmo svenne. Quando egli ritornò in sè stesso non poteva più muoversi; egli era inviluppato d’uno splendore brillante, contro il quale, urtava ogni volta che voleva alzar la mano o cambiar posizione.

Ahimè!... egli era seduto in una bottiglia di cristallo ben chiusa sopra una tavoletta, nella biblioteca dell’archivista Lindhorst.