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i pezzi ricadevano saltando sul terreno. “Viva il salamandro! — perisca, — perisca la vecchia! — spezzate lo specchio di metallo! — strappate gli occhi al gatto! — uccelli — uccelli dell’aria — cheu! — cheu! — evoé! salamandro!” Così appunto tutti tre gridavano e urlavano insieme come indemoniati. Fanny fuggì piangendo; ma Veronica era rovesciata sul sofà, e gettava grida di spavento e di dolore.

In quel momento la porta si aprì; subito si fece silenzio, e si vide entrare un piccolo uomo, inviluppato d’un corto mantello grigio. La sua figura aveva qualche cosa di singolarmente grave, ed il suo naso curvo cavalcato da un pajo di enormi occhiali si distingueva bizzarramente da tutti i nasi che si erano veduti sin allora. Egli portava inoltre una parrucca sì piacevolmente costrutta che rassomigliava ad un ciuffo di piume. “Buona sera a tutta la compagnia, balbettò il piacevole omicciattolo. Non è forse qui ch’io troverò il signore studente Anselmo? Il signor archivista Lindhorst vi fa i suoi umilissimi complimenti; egli ha vanamente aspettato oggi