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Lindhorst, a dire il vero, un salamandro che ha devastato in un accesso di collera il giardino dei re dei Genii, Fosforo, perchè la colubra verde era volata via.” — “Come? — Che dite voi? domandò il vicerettore Paulmann.” — “Sì, continuò lo studente Anselmo, ecco perchè egli si trova ridotto ad essere archivista reale, e a vivere in casa sua qui a Dresda colle sue tre figlie, che non sono in fondo altro che tre piccole colubre verde-dorate che si riscaldano al sole tra i rami dei sambuchi, e che attirano i giovani col loro canto seduttore come quello delle sirene.” — “Signor Anselmo! signor Anselmo! gridò il vicerettore Paulmann; la macchina si scompone essa un’altra volta! Che significano, in nome del cielo, le ridicole parole che voi dite?” — “Egli ha ragione! disse interrompendolo il registratore Heerbrand, quel furbo, quell’archivista è un maledetto salamandro; egli getta dalle sue dita delle scintille che vi bruciano la manica del vostro abito come un’esca accesa. — Sì, sì, tu hai ragione, fratello1 Anselmo, e chi non lo crede è mio nemico.” Dicendo queste parole, il regi-