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bacco e disse sorridendo “Io me lo pensava! Ebbene! ecco lo scudo da sei franchi, signor Anselmo; adesso, andiamo, ai bagni di Link, seguitemi.

L’archivista attraversò rapidamente il giardino, nei quale, vi era un sì gran romore di canti, fischi e ciarle, che lo studente Anselmo ne fu stordito, e ringraziò il cielo quando fu in istrada. Appena avevano fatto qualche passo che incontrarono il registratore Heerbrand che si unì ad essi come una vecchia conoscenza. Davanti alla porta della città, essi empirono le loro pipe; il registratore si lamentò di non aver acciarino, ma l’archivista Lindhorst gridò involontariamente: “A che serve un acciarino? ecco del fuoco quanto ne volete!” A queste parole, egli scosse le dita e ne fece cader delle grosse scintille sulle pipe, che fumarono sul momento”. Vedete questo colpo di chimica ricreativa!” disse il registratore Heerbrand; ma non fu senza un secreto orrore che lo studente Anselmo pensò al salamandro. Ai bagni di Link, il registratore Heerbrand bevette tanta birra doppia, ch’egli, che era pur conosciuto per un uomo quieto e