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ha dovuto a malgrado della sua nobile origine sottomettersi a tutte le miserie della vita comune, e da ciò deriva l’umore bizzarro e malizioso di cui egli fa qualche volta provare gli effetti a quelli che lo circondano. Egli mi ha detto molte volte che per designare la tempra di spirito, che il re Fosforo esigette allora pei nostri sposi, si adopra oggi un’espressione, della quale per disgrazia la gente ha fatto un abuso ridicolo; egli si chiama spirito poeticamente infantile. — Spesso, egli dice, si è veduto questo spirito in giovani, che coll’alta semplicità dei loro costumi, e perchè essi mancavano assolutamente di quello che si chiama l’educazione del mondo, sono diventati la favola e il ridicolo della plebaglia. Ahimè! caro Anselmo... Ma tu hai compreso il mio canto sotto il sambuco — tu ami la colubra, — tu credi in me, tu vuoi essere mio per sempre! Il bel giglio fiorirà nel Vaso d’Oro; noi saremo uniti e felici, e abiteremo la bella Atlantide!

“Ma io non posso nasconderti che in un orribile combattimento contro le salamandre ed i gnomi, il dragone nero ha spezzate le sue catene, ed è fuggito,