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da fare; adesso si deve trascrivere o piuttosto ricalcare certi lavori scritti con segni particolari, ch’io conservo in questo appartamento, e che non possono esser copiati che sul luogo stesso. Voi lavorerete d’ora in avanti sempre qui; ma io non posso raccomandarvi abbastanza la prudenza e l’attenzione; una linea falsa, ovvero (cosa dalla quale il cielo vi preservi) una macchia d’inchiostro sull’originale vi immergerebbero nella disgrazia.”
Anselmo osservò che dai tronchi d’oro delle palme uscivano delle piccole foglie colore di smeraldo. L’archivista Lindhorst ne prese una, e Anselmo vide che quella foglia non era che un ruotolo di pergamena che l’archivista aperse e stese davanti a lui sulla tavola.
Anselmo contemplò con uno stupore estremo quei segni attorcigliati in modo sì bizzarro; alla vista di tanti punti, linee, tratti di penna, e uncini che sembravano rappresentare ora piante, ora muschi, ora figure d’animali, il coraggio quasi gli mancò: Egli rifletteva profondamente. “Coraggio, o giovane! gridò l’archivista, se tu hai una fede vera, un