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più perfetta. Tutti i pensieri, tutte le privazioni della sua vita meschina erano scomparse dal suo spirito, e nella nuova vita che si era alzata per lui come un sole benefico, egli comprendeva tutte le meraviglie d un mondo più elevato, ch’egli non vedeva una volta che con istupore, ed anche con ispavento; egli copiava prestissimo, poich’egli si persuadeva sempre più che non faceva che trascrivere sulla pergamena dei caratteri che gli erano conosciuti da molto tempo, ed ei non aveva bisogno che di gettare appena gli occhi sull’originale per riprodurre il tutto colla più grande esattezza. — Fuor delle ore del pranzo, l’archivista Lindhorst non si mostrava che raramente, ma ogni volta egli compariva nel momento istesso in cui Anselmo tracciava le ultime linee d’un manoscritto; poi gliene dava un altro, e ripartiva subito senza aprir bocca, ma non senza aver prima mescolato l’inchiostro con una piccola bacchetta nera, e aver sostituito alle penne delle quali Anselmo erasi servito delle penne nuove e ben temperate. Un giorno, al battere del mezzodì, quando Anselmo saliva la scala