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vavano i violini. Essi erano tutti coperti di veli neri; ma il bel violino di Cremona mancava; in sua vece si era sospesa una corona di cipresso. Io compresi quello che era accaduto. — Antonia! ah! Antonia, io gridai in una spaventevole disperazione. Il consigliere restò davanti a me immobile colle braccia incrocicchiate sul petto. Io gli insegnai col dito la corona di cipresso.

— Quando ella morì, disse il consigliere con voce indebolita e solenne, quando ella morì, l’archetto di questo violino si ruppe con fracasso, e la tavola d’armonia cadde in pezzi. Questo fedele istrumento non poteva esistere che con essa: egli è nella tomba seppellito con lei!

Profondamente commosso io caddi sopra una sedia; ma il consigliere si mise a cantare con una voce rauca un’allegra canzone. Era uno spettacolo spaventevole vederlo saltare e aggirarsi sopra un piede, mentre il velo nero del suo cappello batteva ondeggiando i violini attaccati alla muraglia. Io non potei trattenere un grido di terrore, quando il velo venne a battere sul mio volto, nel momento in cui il consigliere passò