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grido e uscì dal suo nascondiglio. L’alchimista (chè Copelius era tale) ebbe appena scoperta la piccola spia che minacciò di strappargli gli occhi, e non fu senza difficoltà che il padre interponendosi, pervenne a impedirlo di gettare delle ceneri ardenti negli occhi del fanciullo. L’immaginazione di Natanaele fu talmente colpita da questa scena che venne attaccato da una febbre nervosa, durante la quale, l’orribile figura del discepolo di Paracelso era continuamente davanti al suo sguardo come uno spettro minaccioso.

Dopo un lungo intervallo e quando Natanaele fa ristabilito, le visite notturne di Copelius al suo allievo ricominciarono: questi promise un giorno a sua moglie che non lo riceverebbe più che un’ultima volta. La sua promessa fa avverata, ma senza dubbio non come lo intendeva il vecchio orologiajo. Egli perì il giorno stesso per lo scoppio del suo laboratorio, senza che si potesse trovare nessuna traccia del suo maestro nell’arte funesta che gli aveva costata la vita. Un avvenimento simile era ben fatto per produrre una profonda impressione so-