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di Hoffmann questa impressione fu il rimedio di un empirico piuttosto che quello di un bravo medico. Egli rinunciò al giuoco, meno per la sua convinzione delle funeste conseguenze morali di questa passione, che pel timore positivo che gli inspirava lo spirito del male in persona.

Non è raro il veder succedere a questa esaltazione come a quella della pazzia, gli eccessi di una timidità eccessiva. I poeti stessi non hanno voce di essere coraggiosi tutti i giorni, da che Orazio ha confessato di aver abbandonato il suo scudo; ma non era la stessa cosa di Hoffmann. Egli era a Dresda all’epoca pericolosa, in cui questa città sul punto di esser presa dagli Alleati, fu salvata del ritorno subitaneo di Bonaparte e della sua guardia. Egli vide allora la guerra da vicino e si avventurò molte volte alla distanza di cinquanta passi dai bersaglieri francesi, che cambiavano le loro palle davanti a Dresda con quelle degli Alleati.

Nel bombardamento di questa città una bomba scoppiò davanti alla casa in cui Hoffmann col comico Keller stava colla tazza alla mano guardando da un’alta finestra i progressi dell’attacco. Lo scop-