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mente molto leggiera, si trovava improvvisamente in possesso di una somma bastante per costituire una vera ricchezza, almeno pel momento! Ma mentre io contemplava il mio tesoro un’angoscia singolare venne a cambiare il corso delle mie idee; un freddo sudore scorreva dalla mia fronte. Le parole del vecchio ufficiale risonarono alle mie orecchie nella loro espressione più estesa e più terribile. Mi sembrò che l’oro che brillava sulla mia tavola fosse l’arra d’un contratto col quale il Principe delle tenebre avesse preso possesso della mia anima per l’eterna sua distruzione. Mi sembrò che un rettile velenoso succhiasse il sangue del mio cuore, ed io mi sentii immerso in un abisso di disperazione.” L’alba nascente cominciava allora a brillare attraverso alla finestra di Hoffmann e ad illuminare coi suoi raggi la campagna vicina. Egli ne provò la dolce influenza, e ritrovando forze bastanti a combattere la tentazione fece il giuramento di non toccar più carte in vita sua e lo mantenne.

“La lezione dell’ufficiale fu buona, disse egli, ed il suo effetto eccellente.” Ma con un’immaginazione come quella