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romanzo; ma quello che noi abbiamo detto spiega come si siano ingannati nelle loro descrizioni studiate e sopraccariche di epiteti. Il lusso dei superlativi rende il loro racconto fastidioso ed anche burlesco invece di colpire l’immaginazione. E qui appunto bisogna distinguere il meraviglioso dal bizzarro propriamente detto. Così i racconti orientali colla loro moltitudine di Fate, di Genii, di giganti, di mostri ec. divertono la mente più che non interessano il cuore. Si deve mettere nella stessa classe anche ciò che i Francesi chiamano contes de fées (racconti di fate) che non bisogna confondere coi racconti popolari degli altri paesi. La fée francese rassomiglia alla peri d’Oriente o alla fata degli Italiani, piuttosto che a quei folletti (fairies) che nella Scozia e nei paesi del Nord ballano intorno ad un fungo, al chiaro della luna e fanno smarrire il contadino che cammina di notte. La fata è un essere superiore, che ha la natura d’uno Spirito elementare, e la cui potenza magica molto estesa può fare a sua scelta il bene o il male. Ma di qualunque merito abbia brillato questo genere di composizione in grazia di alcune