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namente il suo ritorno, indi risolvetti di rientrare solo in città.
Era già vicino alla porta di Brandeburgo, quando vidi camminare nell’ombra davanti a me una lunga figura che riconobbi pel mio originale. Io gli indirizzai la parola:
— Perchè mi avete voi lasciato sì improvvisamente?
— Principiava a esser troppo caldo e l’Eufonte cominciava a risonare.
— Io non vi comprendo.
— Tanto meglio.
— Tanto peggio, perchè vorrei comprendervi.
— Non udite voi nulla?
— Nulla.
— È passato. Camminiamo. Io non amo molto la compagnia; ma voi non componete, e non siete di Berlino.
— Io non posso indovinare la causa del vostro rancore contro i Berlinesi. In questa città dove si stima tanto la musica e dove si coltiva così generalmente, un uomo come voi dovrebbe trovarsi felicissimo.
— Voi siete in errore. Per mio tormento sono condannato ad errare come