Pagina:Hoffmann - Racconti I, Milano, 1835.djvu/154


— 91 —

tutte quelle nebbie. Alcuni si svegliano e sentono; essi s’innalzano e raggiungono quelle nobili cime: infine arrivano alla verità! Il momento è venuto; essi toccano quello che è eterno, quello che è indicibile. — Vedete quel sole; è il diapason i cui accordi simili agli astri vi immergono e vi avviluppano in fiumi di luce. Lingue di fuoco vi circondano e vi legano come un neonato, finchè Psiche1 vi liberi e vi trasporti nel soggiorno dell’armonia.

A queste ultime parole egli si drizzò sui suoi piedi, ed alzò gli occhi verso il cielo; poi si rimise al suo posto, e vuotò la sua tazza ch’io aveva riempita. Noi eravamo soli, un profondo silenzio regnava intorno a noi, ed io mi sarei ben guardato dal romperlo per timore di turbare le meditazioni dì quest’uomo straordinario. Finalmente egli riprese la parola, ma con maggiore tranquillità.

— Quando penetrai in quel vasto campo, era inseguito da mille ansietà, da mille dolori. Era notte, e una folla di

  1. L’anima.