Pagina:Hoffmann - Racconti I, Milano, 1835.djvu/130


— 67 —


Stanco di tutte queste ciarle io fuggii nella mia stanza.


Dal palco N. 23


Io mi sentiva troppo angustiato, io soffocava in quella melanconica stanza di osteria. Verso mezzanotte, io credetti udir del romore appresso alla porta tappezzata. — Chi mi vieta di visitare ancora una volta il luogo di quella singolare avventura? Forse io la vedrò ancora! Mi è facile di portarvi questo tavolino, queste due candele, e questo leggìo. Vi corro. Il garzone viene a portarmi il punch che ho dimandato e trovando vuota la mia stanza e la porticina aperta mi segue nel palco, e mi getta uno sguardo equivoco. A un mio segnale egli mette il bowl sulla tavola, e si allontana voltandosi indietro ancora con una domanda a fiore di labbra. Io appoggio i gomiti sul davanzale del palco e contemplo la sala deserta la cui architettura magicamente rischiarata dai miei due lumi si disegnava bizzarramente in riflessi maravigliosi. Il vento che penetra per le porte semi-aperte agita il si-