fu commosso sino nel fondo dell’anima, sonò con più espressione che mai, e quando cavava dei suoni teneri ed arditi, Antonia batteva le mani e gridava con estasi: Ah! come ciò mi è riuscito felicemente. — Da quel momento in poi una serenità estrema si sparse nella sua vita. Sovente ella diceva al Consigliere: Io vorrei ben cantare qualche cosa, mio padre! — Crespel distaccava il violino dalla muraglia e sonava tutte le arie di Antonia. La si vedeva allora aprirsi alla felicità. — Poco tempo prima del mio ritorno il Consigliere credette sentire, durante la notte, a sonare sul suo pianoforte nella camera vicina, e presto riconobbe la maniera di preludere del giovane compositore. Egli volle alzarsi, ma gli sembrò che legami di piombo lo tenessero immobile. Bentosto egli intese la voce di Antonia; ella cantò dapprincipio sotto voce in accordi aerei che s’innalzavano sino al fortissimo più alto poi i suoni divennero più gravi, ed ella incominciò un canto sacro alla maniera degli antichi maestri che il giovine compositore aveva scritto già tempo per lei. Crespel mi disse che lo stato in cui egli