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piacenza tutte le sue occupazioni, le sue più pazze idee, i suoi gusti più bizzarri. Essa lo aiutava anche a spezzare i suoi vecchi violini, e a farne dei nuovi. — Io non voglio più cantare, ma vivere per te, diceva ella sovente a suo padre, quando alcuno la pregava di farsi sentire. Il Consigliere cercava sempre di evitare simili proposizioni; perciò egli non la conduceva che con dispiacere in mezzo al mondo, ed evitava sempre le case dove vi era musica: egli sapeva quanto era doloroso per Antonia il rinunciare all’arte ch’ella aveva portata ad una sì gran perfezione. Quando ebbe comperato il magnifico violino che seppellì con lei, egli si disponeva a metterlo in pezzi, ma Antonia guardò l’istromento con interesse, e disse con aria di tristezza: Anche questo? — Il Consigliere non poteva egli stesso definire quale potenza lo impedisse di distruggere quel violino, e lo sforzasse a sonarlo. Appena ne ebbe egli fatti uscire i primi suoni, che Antonia gridò con gioja: Ah io mi ritrovo.... Io canto ancora! — Effettivamente i suoni argentini dell’istrumento sembravano uscire da un petto umano. Crespel