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Libro Primo | 9 |
va con la severità di far emendar i tristi, con le gratie, e con premij di migliorare i buoni; onde non è da stupirsi [Ama grandemente le virtù.], se nella Reggia di lei si sian veduti fiorire più che in alcun’altra Corte del Mondo la bontà, la honorevolezza, e le conditioni più rare, che si convengono a gli huomini illustri.
Non trovasi alcun Prencipe, che più di lei habbia favorito i soggetti virtuosi. Il sollievo maggiore dell’animo grande di Sua Maestà era il discorrere con huomini saputi. Procurò d’haver appresso di sé i più eruditi ingegni d’ogni natione, i quali tratteneva con rilevanti premij.
Manteneva le Dame nella sua Corte per decoro, e per servirsene ne’ proprij bisogni, e trattenimenti, gli quali però non la distraevano un momento da’ suoi virtuosi studj, & esercitij.
Non stimò mai né il rigore delle staggioni, né il calor del Sole, né il freddo delle nevi, non venti, non piogge, non tempeste, né altre ingiurie de tempi, o accidenti per rendersi flessibile a’ riguardi dovuti alla [Sprezza ogni dilicatezza.] sua Regia conditione. Credeva le azzioni grandi non caminar bene con le delitie, e l’anima non haver maggior impedimento all’acquisto delle virtù, ch’il proprio corpo allevato, e nodrito in quelle; il travaglio, l’esercitio, la sobrietà, e la vigilanza haveva per parti dell’animo suo forte, e vigoroso.
Le imprese gloriose, ch’hanno secondata la felicità delle armi invitte di Sua Maestà, già sono eterne nelle Historie. Doppo otto mesi di acerba guerra, e