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gnosa haveva ridotto quel cortile in un vaghissimo teatro. Per dar lume al campo, oltre alle spalliere di grosse torcie di cera bianca, e di materiali di arteficio, che ardevano sopra diversi collonnati, finti sopra le scalinate, e da’ capi dello steccato, erano sedici gran stelle artificiosamente composte di filo di ferro, ogn’una delle quali alzata, e librata in aria con moderna, e non più veduta inventione, nel mezo del campo, conteneva sedici gran torcie; sì che a buon calcolo questa sola illuminatione costava più d’un migliaio di scudi. Nel mezo del fianco sudetto sul primo piano degli appartamenti si trovava rizzato per Sua Maestà un palco assai capace, parato dentro, e fuori di broccati ricchissimi, col suo baldacchino di damasco cremesino tutto listato, e frangiato d’oro. Tutti quegli appartamenti veramente regij, si viddero parati di pretiosissimi addobbi, & affatto corrispondenti alla grandezza, e generosità dell’animo de’ Padroni. Appresso Sua Maestà si trovarono quattro Cardinali, cioè Retz, Imperiale, Borromeo, & Azzolino, e tutti gli Gentilhuomini della Corte di lei. Gli altri Eminentissimi hebbero per posto loro la ringhiera, o sia poggio di marmo nel piano superiore a quello della Regina, come pure le finestre di tutte queste stanze ancor esse nobilmente addobbate, furono ripiene d’altri soggetti riguardevoli. Ne’ secondi palchi tra le sudette due ringhiere stavano le