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il magisterio di perle, e di corallo. Vide distillare col fuoco d’un fornello medesimo sessanta cinque sorti di herbe in altre tanti lambichi distinte. Gli fu fatta la calcinazione filosofica dell’avorio, e simili. Furono estratti gli spiriti del vitriolo, del sale, e dell’acqua forte, come pure ammirò una giara d’acqua pura con due sole goccie di quinta essenza di latte, trasformarsi in vero latte, medicamento unico per l’asma, & affettioni del petto. Regalata in fine di teriaca isquisita, e di ogli pretiosissimi, s’incaminò alla Sagrestia. Qui gli furono aperti tutti gli armarij ne quali si conservano le supelletili, le argentarie, e reliquie della Chiesa con gli torcieri, e vasi grandi lasciati in dono dal già Cardinale Lodovico Lodovisio Fondatore di quella Chiesa. Venerò particolarmente il sangue di Santa Esuperantia Vergine Martire, che doppo mille trecento anni si conserva liquido come se fosse sparso di fresco; indi passata in Chiesa udì messa, e nel partirsi diede a’ Padri segni di particolare gusto, e gradimento. Fra questi trattennimenti, o sagri, o curiosi non si scordò la Regina di quelli, che l’animo di lei godeva tra le ricreationi delle lettere. Alcuni de Signori Academici primarij di Roma, invitati dal nobilissimo compiacimento di Sua Maestà concorsero più che volentieri con loro virtuosi ossequij, e talenti ad obedirla, tenendo una volta la settimana avanti di lei le loro Academie. Erano questi Don Pompeo Colonna Principe di Gallicano, il Principe di S. Grego-