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giali alla Greca, e nel fine della messa essendogli stato portato da un Sacerdote il pane benedetto, essa ne gustò un boccone. Finite le dette cerimonie si levò contentissima d’havere in ciò pagata la sua curiosità vaga di saper tutto, e d’intendervi tutto. Fu accompagnata sin fuori della Chiesa da i sopradetti Padri, & altri Signori. Come non teneva mai otiosi i suoi talenti, così per render l’animo continuamente esercitato, e trattennuto in habiti nobili, e virtuosi; oltre a’ concerti musicali, che di quando in quando faceva fare la sera nelle sue stanze coll’intervento di Personaggi grandi, ordinò al Conte Francesco Maria Santinelli Gentilhuomo della sua camera, che gli portasse la lista de’ soggetti benemeriti delle lettere, & esperimentati nelle Accademie di Roma, e facesse intender loro il giusto desiderio, che havrebbe, che avanti di lei si tenessero le Accademie, e come cercava giustamente ogn’uno di ossequiarla non solo col tributo della riverenza; ma con i talenti del proprio ingegno, così trovaronsi tutti disposti di secondare i cenni di Sua Maestà, anzi su le notitie havutesi del compiaccimento di questa Virtuosa Principessa uscirono subito in ossequio delle glorie di lei, parti fecondissimi da gli ingegni più sublimi, de quali abbonda sempre la Corte di Roma. Gli Padri della Compagnia del Giesù, che con ragione possono chiamarsi oracoli, e mostri delle scienze non tenendo adormentata la sublimità de gli ingegni, ne otiosa la felicità delle penne loro; onde come