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altra servitù della medesima; sopra la porta del Palazzo, stavano tre inscrittioni con le armi di Sua Maestà, che sono un fascio di spicche di formento traversate da due sbarre bianche in campo azzuro, poiché le tre corone, e’l rimanente della divisa, che sono le armi proprie del Regno di Svetia, furono da essa col medesimo Regno pur volontariamente deposte, non ritenendosi ella, che l’insegna antica, e gloriosa de suoi Progenitori. Erano nel Cortile avanti al Palazzo sulla mano stanca verso la Città squadronati 300 fanti della compagnia franca del sudetto Conte Vidman tutti ben all’ordine, con banderolle rosse, e gialle in punta delle picche, da’ quali nel suo ingresso fu salutata con una salva di moschettate. Vennero a far riverenza pure a Sua Maestà molti altri personaggi di conditione, & ella adolcendo la gravità del suo maestoso aspetto con la piaccevolezza del tratto, gli accolse con ogni termine di cortesia. Tutti si chiamarono obligati alla humanità di sì gran Principessa, la quale a guisa del sole, spargendo i lumi delle sue grazie, rende alla sua affabilità tributarie le anime di chiunque la rimira. Comparve in tanto il regalo fattole da Sua Santità di una carrozza, d’una lettica, d’una sedia, e d’una chinea. Era la carrozza tutta d’argento con statue, figurine, intagli, & imprese misteriose d’inventione del celebre Cavalier Bernino. La fodra, e la coperta eran di veluto di color celeste; i freggi di listoni con