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Per contrasegno poi di maggior stima Sua Santità gli assegnò quattro Cavalieri tutti suoi Camerieri d’honore, acciò assistessero continuamente all’Anticamera di Sua Maestà, e furono il Sig. Domenico Iacovacci nobile Romano persona di conosciuta prudenza, e di lodati costumi, Horatio Marchese Spada degno Nepote del Cardinale Bernardino Spada Vescovo d’Albano, Giacomo Mignanelli pur nobile Romano, soggetto di molto garbo, e di maniere, e tratti spiritosi, & il Marchese Bevilacqua di famiglia Ferrarese, in cui la nobiltà gareggia con le doti dell’animo. Oltre a questi ordinò anche Sua Santità, che quattro delle sue lanze spezzate alternativamente assistessero, come fecero ogni giorno, al servitio di Sua Maestà, e questi furono li Capitani Gio: Leo da Piperno, Guido Baldo Ponti da Perugia, il Sargente Maggiore Andrea Paolini da Viterbo, e li Capitani Antonio Fracassi da Cesena, Gio: Battista Paccaroni da Fermo, e Marco Chiosa di Candia, tutti soggetti di valore, e di spirito, gli quali compirono egregiamente alle parti loro. La mattina seguente si levò la Regina secondo il suo solito per tempo, e calò nel Giardino, dove passeggiò con Monsignor Acarigi Copiere di Sua Beatitudine, parlando con lui sempre Francese: Volse vedere la carrozza, lettica, e seggetta donatagli dal Papa; subito gli furono condotte, e con loro venne il Cavalier Bernino inventore del disegno delle figure, che l’ornavano. Il Conte Raimondo Montecucoli,