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Doppo questo tornò di nuovo a rizzarsi, e gli diede la benedittione, dicendo le seguenti parole, Confirma hoc Deus, quod operatus est in nobis. A tempo sancto tuo, quod est in Hierusalem. Ecce sic benedicetur homo, qui timet Dominum. Benedicat te Dominus ex Sion. Qui fecit Cœlum, & terram. Benedictio Dei omnipotentis, Patris, & Filij, & Spiritus sancti descendat super te, & maneat semper. Amen. All’hora si levò la Regina in piedi, e fu collo stesso accompagnamento di quell’Altezze ricondotta al suo primo posto, dove portatosi Monsignore, con atto di profonda humiltà, si congratulò con la Maestà sua, e fece incontinente cantare il Salmo: Iubilate Deo omnis terra &c. con musica di voci isquisite, d’organi, trombetti, timpani, e tamburri. E mentre il medesimo Prelato passato nella Sagrestia si preparava per cantar la messa solenne, il Padre Staudacher Gesuita, Predicatore dell’Arciduca, fece una Predica in lingua Alemanna, così elegante, dotta, e sì bene adattata a quell’attione, che rapì gli affetti, e l’applauso di tutti.

Doppo la Messa celebrata con ogni maggior solennità, si fermò Monsignore sull’ultimo gradino dell’Altare, & intuonò il Te Deum, che fu cantato coll’istessa armonia, accompagnato dallo sparo di più di cinquanta pezzi d’artiglieria,di molti mortaletti, e d’infiniti moschetti, come pure dal suono festivo di tutte le campane. La Messa fu detta all’usanza Romana, come si fa in S. Pietro, e tutti ne restarono sodisfatti. Il giorno seguente spedì poi Monsigno-